Durante il fine settimana scorso, la redazione di Donne Ruggenti ha fatto tappa a Rovigo.
Abbiamo avuto l’opportunità di visitare la mostra “Il divisionismo, la luce del moderno” accompagnati dalla direttrice della mostra, Alessia Vedova.
Già la visita delle sale di Palazzo Roverella, sede della mostra, in pieno centro storico, è stata una piacevole sorpresa.
Palazzo Roverella è uno storico palazzo del 1400 sito in pieno centro storico e recentemente restaurato che, ormai da qualche anno, grazie alle mostre che vengono allestite nelle sue sale, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, sta diventando uno dei punti di attrazione per chi, come noi, è sempre attento alla bellezza, in qualunque forma essa si manifesti e, nel contempo, curioso di conoscenza.
Eh sì, ancora una volta, la provincia italiana, sempre così troppo poco conosciuta, ci ha regalato un’occasione per scoprire un altro tesoro!
Il Divisionismo è un movimento artistico sviluppatosi in Italia tra la fine del 1800 e i primi decenni del 1900, fino alla fine della Grande Guerra.
Comune denominatore, pur nelle diverse espressioni dei vari esponenti, è la tecnica: una pittura che, diversamente dal puntinismo francese, è fatta di filamenti che spesso si sovrappongono, fino a diventare colori scomposti che attraggono e riflettono luce.
Una luce moderna, appunto, come se, dal punto di vista tecnico, tanti pixel contribuissero a formare un’immagine.
Ma moderna, ovvero estremamente attuale, anche dal punto di vista dei temi affrontati da alcuni pittori. Ci riferiamo, ad esempio, ad opere come “La diana del lavoro” di Nomellini, “Le riflessioni di un affamato” di Longoni o “I grassi e i magri” di Lionne, o alla produzione artistica di Pellizza di Volpedo, dove i temi del lavoro, della disoccupazione, delle contrapposizioni di classe, emergono in tutta la loro contingente attualità.

Durante il percorso espositivo, che si snoda attraverso diverse sale, su due piani del palazzo, vengono rappresentate le diverse declinazioni della corrente artistica: dal richiamo alla natura, con opere di Vittore Grubicy de Dragon, interprete del Divisionismo, ma anche critico, mercante e mecenate, all’aspetto simbolico e del Mito, con quadri di Nomellini e Previati, alla lettura psicologica della vita moderna con i contributi di Longoni e Boccioni.
Per arrivare alle soglie del Futurismo, con l’esasperazione della luce e l’esaltazione della modernità attraverso le opere di Carrà e Boccioni.
Ci ha accolto, all’ingresso del Palazzo, la giovane donna dipinta da Giacomo Balla nell’opera scelta come simbolo della mostra: “Ritratto all’aperto“.
Nel lasciare Palazzo Roverella, rimane, negli occhi e nel cuore, il ricordo della sua luminosa immagine.

Rimane, ancora, il piacere (e il ringraziamento) per l’accoglienza ricevuta da parte di Enrica Crivellaro, responsabile per la mostra della fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo  e la gratitudine verso Alessia Vedova, direttrice della mostra, che, con competenza e garbo, ci ha accompagnato in questo percorso. Ringraziamo anche il team di MarketingArena e Michela Tosato dell’agenzia Linkness per la fantastica opportunità.