Notti asciutte è la metafora più usata per simboleggiare l’utilizzo di un pannolino per bambini. In realtà le notti asciutte spesso le sognano i genitori dei bambini alle prese con le prove generali del sonnellino con sgli slip. Un passaggio importante per lo sviluppo del bambino, una tappa fondamentale anche per mettere alla prova l’attitudine a fare il genitore.

Mediamente attorno ai tre anni di età il rischio di fare la pipì a letto diminuisce sensibilmente fino ad arrivare ai 5 dove il problema dovrebbe essere scomparso definitivamente.

Può però accadere che le notti asciutte restino un miraggio anche dopo i 5 anni di età. In questi casi potrebbe trattarsi di un disturbo che impedisce un normale controllo degli stimoli della vescica. Ci troviamo di fronte all’enuresi notturna, un disturbo che se trattato nella maniera giusta, non comporta grosse problematiche per trovare la soluzione.

Spesso le cause sono da ricercare in fattori di origine psicologica. Un cattivo rapporto con la pipì a letto può generare ansia e apprensione sia nei genitori che nel bambino. Bisogna infatti evitare di far gravare le responsabilità sul bambino, rimproverandolo o colpevolizzandolo. Cercare di dare fiducia e non lasicarsi prendere da stupidi allarmismi è un buon punto di partenza per evitare di far diventare un problema quello che è un semplice disturbo che presumibilmente passerà presto.

Evitare di far assumere bevande al bambino prima di andare a letto è una regola ovvia, così come quella di ricordare di fare pipì pochi minuti prima di coricarsi. Nei primi periodi si può anche svegliare il bambino di tanto in tanto per aiutarlo a riconoscere gli stimoli della vescica piena.

Se il disturbo persiste nel tempo è il caso di consultare un pediatra che possa indicare gli esami clinici da effettuare per verificare eventuali infezioni o disturbi connessi al problema.
Per altre informazioni sull’enuresi visitate questo link:

http://nottiasciutte.it/conoscere-enuresi/perche